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Bambini rapiti con la Jaguar: una psicosi estiva

Aggiornamento: 10 giu

Articolo di Paolo Toselli


Tra le paure ataviche preponderante è quella verso i propri figli. Dopo l’ambulanza nera segnalata tra il sud e centro Italia a inizio anni ’90 del secolo scorso, è arrivato l’allarme diffuso su WhatsApp e Facebook di una Jaguar nera con a bordo un uomo e una donna che si aggira in provincia di Treviso con l’intento di rapire bambini.


Dopo che in maggio c'era stato in varie parti il timore del "furgone bianco acchiappabambini" (Sofia Lincos e Giuseppe Stilo ne avevano parlato su Query Online) ora siamo passati ad un tipo di veicolo più accattivante.


L’allerta è scattata ai primi di giugno nel comune di Preganziol, per poi diffondersi anche a Casier, Mogliano e Roncade. Scampato al tentato rapimento sarebbe stato un bambino di 6 anni che giocava in bici al parco. A contribuire al diffondersi della paura anche le comunicazioni firmate dalle direzioni di alcune scuole materne che mettevano in guardia i genitori. Ma le indagini di carabinieri e polizia non hanno fornito alcun riscontro.


Trascorre un mese e, a inizio luglio, dall’altra parte dell’Italia, a Bitonto, in Puglia, si diffonde su WhatsApp un altro avvertimento.

“Hanno tentato di addormentare mia nipote, ieri, nella villa comunale” spiega il messaggio vocale. “È stata una zingara che era con due bambini. Mio cognato la controllava, ma mentre chiacchierava, ad un certo punto non la vide più. Per fortuna gli zingari si sono poi avvicinati. Questa zingara le versava in un bicchiere, con una bottiglia che sembrava un succo di frutta, un liquido rosa. Per fortuna mio cognato vide in tempo. A quanto pare quel liquido era sonnifero. Mio cognato ha denunciato la cosa. La donna è già schedata. Quindi mi raccomando, fate attenzione. Queste persone il loro mestiere lo sanno fare bene. Poveri figli, li dobbiamo tenere segregati in casa per colpa loro”.

Curiosamente, la stessa identica storia, ambientata però nel vicino comune di Corato, è circolata su Facebook pressoché contemporaneamente.


Abbiamo però un elemento in più: la testata locale “Corato Online” ha raccolto la dichiarazione del padre della bambina protagonista della vicenda.

“Domenica pomeriggio sono andato al parco comunale con mia figlia” ha detto. “Ad un certo punto, mi sono accorto che si era seduta accanto a due bambini e alla loro mamma. Quest'ultima mi è sembrata essere una zingara. Avevano offerto a mia figlia un lecca lecca e un bicchiere con del succo di frutta rosa. Il colore mi ha insospettito perché non ne avevo mai visto uno simile: secondo me poteva trattarsi di sonnifero. La donna mi ha detto che lo stava dando a mia figlia perché "aveva sete". Allora ho preso la bambina e sono andato via. Ho detto a mia moglie di avvisare le altre mamme perché credo sia necessario fare attenzione. Ho saputo che c'è gente che utilizza queste tecniche per rapire i bambini per questo mi sono preoccupato. Fuori dalla villa ho visto anche un furgone bianco con due uomini che non mi diedero una buona impressione. Non ho sporto denuncia sull'accaduto - ha precisato - ma sono andato dalla polizia e ho raccontato tutto».

Altro falso allarme. La donna, identificata dalle autorità, è risultata essere una persona incensurata e regolarmente residente sul territorio pugliese.


La vicenda ne fa ricordare un’altra famosa diffusasi qualche anno fa anche in Puglia. Quella del furgone bianco, guidato da persone dell’Est Europa, che rapivano i bambini. Una notizia che, quasi contemporaneamente, apparve in diverse città italiane, dalla Sicilia alla Toscana, dalla Calabria alla Sardegna. Anche allora nessun riscontro. Probabilmente a seguito della notevole copertura mediatica fornita alla tragedia di Yara Gambirasio, segnalazioni di furgoni bianchi e tentati rapimenti di bambini, per fortuna puntualmente smentiti e relegabili al mondo delle leggende metropolitane, hanno iniziato a circolare già nel 2011.


Un ampio approfondimento su queste storie, diffuse anche in altre nazioni, lo trovate nella nuova edizione del libro “La famosa invasione delle vipere volanti” (Ledizioni, Milano, 2018).


Foto di NamirasPix da Pixabay

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