Articolo di Paolo Toselli
Ormai da diverso tempo circola negli Stati Uniti la storia secondo cui ogni anno, nella ricorrenza di Halloween, molti piccoli riceverebbero in dono, durante la classica questua di porta in porta, caramelle avvelenate e frittelle farcite con lamette da barba e schegge di vetro.
Vere e proprie psicosi si diffusero a partire dagli inizi degli Anni 70 del secolo scorso. In un articolo pubblicato nel 1975 sul settimanale Newsweek si poteva addirittura leggere che
diversi bambini sono morti e centinaia hanno rischiato lesioni gravissime prodotte da lamette da barba, aghi da cucito e schegge di vetro che oscuri personaggi avrebbero inserito appositamente nei dolci.
In una corrispondenza da New York pubblicata su La Stampa il 31 ottobre 1991 a proposito della voce diffusasi di un probabile massacro che sarebbe avvenuto la notte di Halloween in un non meglio identificato campus universitario – voce rivelatasi infondata - fu riferito di una bambina di due anni che la settimana prima era morta per ragioni non accertate
proprio mentre alla polizia arrivavano alcune telefonate anonime che segnalavano l’azione di una banda di sciagurati consistente nell’inserire degli aghi nei cioccolatini in vendita nei supermercati proprio perché finissero nelle mani dei bambini impegnati a fare la questua di casa in casa.
E nel 1995 la famosa columnist Ann Landers pubblicò un pezzo che avvisava delle malefatte dell'avvelenatore pazzo, affermando:
Negli ultimi anni ci sono state segnalazioni di persone con menti contorte che mettono lamette e veleno nei dolcetti e nelle caramelle di Halloween.
Tuttavia, come hanno più volte rimarcato folkloristi, sociologi e le stesse forze di polizia, la realtà è un’altra.
Grazie a una ricerca condotta nel 1985 dai sociologi Joel Best e Gerald T. Horiuchi , che hanno analizzato le notizie pubblicate da quattro dei più importanti quotidiani statunitensi dal 1958 al 1984, sono state rilevate una novantina di storie pertinenti.
Un'approfondita verifica ha dimostrato che pressoché tutti gli episodi si sono rivelati falsi o burle ideate dai protagonisti. Solo due erano state vere tragedie: quella accaduta nel 1970, quando un bambino di 5 anni abitante a Detroit morì per aver ingerito l’eroina detenuta da suo zio e la famiglia aveva cercato di proteggere l’uomo dichiarando che la droga era stata messa da sconosciuti nei dolcetti di Halloween; l’altra, avvenuta nel 1974, quando Timothy O’Bryan, un bimbo di otto anni residente a Houston, in Texas, ingerì una caramella avvelenata al cianuro. Le indagini portarono ad incolpare senza ombra di dubbio il padre, che aveva appena stipulato una polizza sulla vita per i propri figli.
L’uomo fu giustiziato nel 1984.
Ancora una prova che il vero orrore spesso non abita molto lontano e lo si può trovare, ben occultato, tra le mura domestiche.
Ma la leggenda continua ad autoalimentarsi condizionando comportamenti che conducono anche a esborsi economici. Molti ospedali, ad esempio, per tranquillizzare i genitori si sono proposti di sottoporre gratuitamente ai raggi X i dolcetti.
In base a quanto rilevato da Jerry Calvanese, nell’ottobre 1985 - lo stesso anno in cui un sondaggio della ABC News evidenziò che il 60% dei genitori statunitensi era convinto dell’esistenza di sadici che avvelenavano i dolcetti - in un’area tra il Nevada e la California erano stati effettuati 1.603 controlli in 21 ospedali senza nemmeno un riscontro positivo. Riportando il tutto su scala nazionale, Calvanese stimava un costo per anno fra gli 800.000 e 1.400.000 dollari.
Qualcuno potrebbe pensare che la paura dei sadici di Halloween dopo quasi cinquant’anni, sia scomparsa o perlomeno che si sia ridotta. Nulla di più falso. Le strutture preposte alla salute continuano a rendersi disponibili ai controlli gratuiti e una nuova variante della leggenda si è diffusa negli ultimi anni: circolerebbero in quei giorni caramelle alla marjuana simili ad orsetti gommosi che in alcuni Stati dell’Unione sarebbero commercializzate legalmente e che potrebbero essere offerte agli ignari bambini.
Un allarme infondato che ricorda quello analogo diffusosi anche in Italia una trentina di anni fa: le figurine all’LSD e i volantini che avvertivano i genitori dal pericolo che correvano i bambini uscendo da scuola.
E proprio in queste settimane un altro allarme diffusosi in varie località dell'Italia meridionale attraverso i social inerente un furgone bianco parcheggiato sempre davanti alle scuole e pronto a rapire ignari scolari dimostra la potenzialità delle leggende metropolitane come produtttrici di comportamenti atti a mitigare le paure con cui dobbiamo convivere.
Foto di nancy_sticke da Pixabay
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