Colpo di sole, film uscito nell’estate del 1968, è una classica commedia estiva firmata da Mino Guerrini, in cui si susseguono una serie di scenette comiche, per lo più incentrate sulla vita di spiaggia. Tra queste, quella in cui un gruppo di giovani sdraiati su stuoie raschiano via la polpa di un mucchio di banane, ne accumulano le bucce, mescolano il tabacco a una sostanza biancastra e lo arrotolano nelle sigarette, per poi fumarlo (qui, al minuto 1h20’38”). Il risultato non è quello sperato: alcuni si sentono male e corrono a vomitare in mezzo ai cespugli, mentre altri mormorano frasi come:
“Io non sento assolutamente niente”. “Non funzionano”.“Per forza. Sono banane somale”.
L’idea che parti di banana, magari la buccia o il floema (i filamenti bianchi che circondano la parte interna commestibile) avessero un effetto psichedelico, se fumate, imperversava alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso. Si diceva che da questi frutti gialli si potesse estrarre la bananadina, un potente allucinogeno, chiamato nel gergo del tempo anche Mellow Yellow (giallo pastoso).
La miccia si accende
Tutto era nato negli Stati Uniti: la prima fonte nota è un articolo pubblicato il 3 marzo 1967 da un settimanale underground attivo a Berkeley, sede dell’università da cui prese il via il movimento di massa che culminò nel 1968 (il settimanale era il Berkeley Barb, oggi in parte digitalizzato). Il numero non è disponibile, ma qui se ne può vedere un estratto: l’autore, Ed Densen, forniva una ricetta per fumare la buccia di una banana all’interno di uno spinello. Nel numero seguente, quello del 17 marzo, si rincarava la dose. Il pezzo questa volta era firmato da Gene Grimm e si intitolava Pick your load - Banana or Toad?
Banana Sunshine! La banana funziona davvero. La buccia contiene arterenol [nome commerciale della noradrenalina, NdR], un agente simpaticomimetico che si trova anche nel corpo umano, nel midollare del surrene, dove influisce sul fattore di controllo dell'equilibrio del sistema nervoso centrale e, in sostanza, del cuore. L'arterenol viene prodotto sinteticamente per alleviare l'ipertensione: è uno stimolante cardiaco. [...] Metodo per l'attivazione: congelate le bucce, frantumatele e riducetele in poltiglia in un frullatore, mettetele nel forno (calore basso, 200 gradi) finché non sono abbastanza asciutte da poter essere fumate. Si stanno tentando altre ricette e vi passerò i risultati non appena li avrò [...].
Seguiva il commento di un medico locale che chiedeva di rimanere anonimo (bananonimo?) e affermava che le bucce di banana erano ricche di serotonina. Ma c’era di più:
Il dottore dice che se aggiungete un anello dimetilico alla serotonina (cosa che può accadere quando le bucce di banana vengono cucinate) si crea un nuovo composto chimico, la bufotenina. La bufotenina è un noto allucinogeno che si trova nelle amanite e nella pelle dei rospi, e viene usato dagli indiani del sud America.
Dal punto di vista chimico, si trattava di un nonsense. Si è perciò ipotizzato che la bufala fosse intenzionale, ideata apposta per indurre le persone a riflettere: se la droga fosse contenuta in un alimento di uso quotidiano, il governo lo avrebbe vietato?
Altri, comunque, si sono fatti vanto di aver dato il la alla mania del fumar banane. Lo scrittore americano Paul Krassner (1932-2019) affermò che la voce era iniziata nella redazione di un’altra testata controculturale, The East Village Other. Secondo la sua versione, i redattori stavano discutendo del libro dei francesi Louis Pauwels e Jacques Bergier Il mattino dei maghi, uno dei testi cult di quegli anni, dei meccanismi dell'LSD e della serotonina nel cervello, quando avevano iniziato a chiedersi se qualcosa di più naturale avrebbe potuto produrre lo stesso effetto. Rendendosi conto che le banane contenevano anche serotonina, approdarono all’idea che fumarle potesse dare effetti psicotropi.
Secondo il cantante della band psichedelica Country Joe and the Fish, Gary “Chicken” Hirsh, l’idea originale poi confluita nell’articolo del Berkeley Barb sarebbe invece stata sua; il suo gruppo avrebbe anche distribuito cinquecento canne “di banana” a un concerto.
Ad ogni modo la storia - iniziata per scherzo o meno - fu presa sul serio da un bel po’ di giornali e di persone appartenenti al movimento hippy allora in fase esplosiva.
Un’estate d’amore al gusto di banana
Le banane psichedeliche entrarono con forza nella cultura americana, nella grande Summer of Love del 1967. Per identificare la nuova droga, si ricorse al termine Mellow Yellow, espressione tratta dal titolo di una canzone di Donovan (lo scozzese Donovan Phillips Leitch, che l’aveva pubblicata pochi mesi prima rispetto all’uscita dell’articolo sul Berkeley Barb). Anzi, si credette che il pezzo di Donovan, che conteneva frasi come Electrical banana/Is gonna be a sudden craze (“la banana elettrica/sta per diventare di colpo una mania”), alludesse proprio all’idea del fumare le bucce di banana. Donovan raccontò in seguito che l’ispirazione era invece dovuta a un vibratore: era quella la “banana elettrica” a cui faceva riferimento.
Negli Stati Uniti il caso diventò subito un fenomeno nazionale. Verso la fine di marzo del 1967, accenni alla moda c’erano già sul New York Times e sul Wall Street Journal. La ricetta fu ristampata a Los Angeles, San Francisco, Berkeley, Seattle, Detroit, Austin e New York. Nel 1970 entrò perfino in un bestseller dell'epoca, The Anarchist Cookbook, che conteneva una serie di istruzioni per fabbricare esplosivi, bombe Molotov e psichedelici, appunto. Lì la droga veniva chiamata Musa sapientum Bananadine: lungi dall'aver significati esoterici, la Musa sapientum altro non era se non il vecchio nome scientifico della banana.
Il frutto, in breve tempo, si trasformò in un simbolo della controcultura. Il primo aprile 1967 The Sun, da Detroit, scriveva sotto a una grande foto di una ragazza con un bollino Chiquita in fronte:
Basta paranoie! Fatevi legalmente! Fumate banane! Migliaia di hippies entusiasti in tutto il paese stanno invadendo i negozi di quartiere e stanno facendo girare l'economia accaparrandosi qualsiasi banana disponibile! La mania sembra essere iniziata a San Francisco, naturalmente, ed è arrivata a Detroit viaggiando di bocca in bocca circa un mese fa. La voce di qualsiasi nuovo psichedelico si diffonde rapidamente, e al momento in cui andiamo in stampa i prezzi nella zona della Terza Avenue-Forest sono di 19 centesimi (da George) e di 21 centesimi (da Sharkey) per ogni pound, in crescita. I bollini delle banane Chiquita stanno comparendo ovunque, e si dice che i magnati della United Fruit stiano fumando sigari alla banana mentre contano i loro guadagni.
Le banane fecero la loro comparsa anche in alcuni cortei per la legalizzazione della cannabis, in volantini e in manifesti sulla psichedelia. La domenica di Pasqua del 1967, circa diecimila persone sfilarono a New York in una manifestazione intitolata Human Be-In: in quell’occasione, le telecamere delle catene tv documentarono una grande “Divinità-Banana” seguita dai suoi adoratori che sventolavano i bollini della Chiquita, facevano il “saluto alla banana” (dito medio alzato e piegato) e parodiavano il giuramento di fedeltà alla bandiera con un improbabile “giuramento alla banana” (“Un’unica nazione, sotto una sola banana, con libertà e giustizia per tutti…”).
Il mito alla prova dei fatti
La Food and Drug Administration si interessò subito alla questione, mettendo in atto alcuni esperimenti per confutare la diceria. A maggio 1967 i tecnici erano già arrivati a una conclusione definitiva: fumare banane non dava esperienze psicoattive. Nonostante ciò, il 12 maggio si ebbe comunque un arresto: a Los Angeles, un uomo fu accusato di guida in stato di ebbrezza per essersi messo in auto dopo aver fumato bucce di banana. Non sappiamo come si risolse la vicenda.
A novembre dello stesso anno la presunta nuova droga fu addirittura oggetto di un articolo scientifico dell’American Journal of Psychiatry. La conclusione degli autori era inequivocabile:
La recente pratica di fumare bucce di banana essiccate per ottenere un’esperienza psichedelica ha portato gli autori a indagare sulle proprietà allucinogene della bananadina, o "Mellow Yellow". Si conclude che il presunto "principio attivo" della bananadina è la suggestionabilità psichica di chi ne fa uso in un contesto appropriato.
Malgrado le smentite, l’idea continuò a essere popolare. Che fosse raccontata per scherzo, per indurre altri in errore, oppure per sincera convinzione, in molti raccontarono storie meravigliose sugli effetti delle banane. Secondo lo storico William Rorabaugh, autore di American Hippies, la ragione del successo di questa leggenda stava nella cronica mancanza di soldi dei giovani interessati alla psichedelia:
I giovani negli anni '60 erano alla ricerca di nuovi modi per sballarsi. Era un'epoca fortemente sperimentale, guidata soprattutto dall'LSD e dal crescente consumo di marijuana. Ma l'erba costava parecchi soldi, e gli hippy ne avevano pochi. Le banane erano economiche, quindi se la buccia delle banane avesse funzionato, ci sarebbe stato uno sballo davvero economico. Ecco perché la gente ci cascò.
A distanza di anni, la leggenda della banana psicoattiva è ancora presente sul web. Da una rapida ricerca, è possibile reperire diverse ricette per estrarre la mitica bananadina: alcune probabilmente pubblicate come satira, altre con più serietà. Nel 2013, i detenuti di una prigione del Maine furono sorpresi a fumare bucce di banana; gli amministratori del carcere raccontarono ai giornali che la pratica andava avanti da mesi, e che perciò avevano deciso di servire ai propri ospiti banane già sbucciate.
La leggenda, insomma, non sembra essere scomparsa del tutto.
E in Italia?
Dagli Stati Uniti la storia passò rapidamente ad altri paesi. La scena di Colpo di sole citata in apertura è abbastanza emblematica e, lo ricordiamo, è dell’estate 1968, cioè successiva di poco più di un anno rispetto alle prime fonti disponibili sulla nostra storia.
Tuttavia, già il 20 gennaio di quell’anno, su La Stampa, un medico che si firmava “dottor X” usava toni a dir poco terrorizzati sulle abitudini degli hippies, sulla loro musica e sul dilagare delle droghe. Ficcandoci dentro anche il nuovo movimento induista in Occidente Hare Krishna, allora comparso da poco, così ne descriveva le attività:
[…] organizzano pubbliche manifestazioni collettive denominate «be in» (il cui programma consiste nel salmodiare, nell'agitar campanelle e suonare gongs, nel gareggiare in originalità di collane e nel gridar forte, gli occhi levati al cielo, la loro fatidica parola «banana»).
Il 4 febbraio 1968, Piero Bianucci, poi diventato uno dei maggiori giornalisti scientifici italiani, fu tra i primi a riportare sulla carta stampata in modo esplicito la leggenda della droga-banana. Così scriveva sul settimanale cattolico torinese La Voce del Popolo, ancora una volta nel contesto di un lungo pezzo sugli hippies e sui loro viaggi:
Peccato che il biglietto obbligato per questo viaggio fosse quasi sempre la droga: l’LSD, o, più casarecciamente, la buccia di banana incenerita e fumata come se fosse tabacco.
In anni più recenti (nel 2017), il giornalista Alberto Notarbartolo, vicedirettore di Internazionale, ha raccontato che una sua insegnante del liceo (Notarbartolo è nato nel 1968) aveva esortato la classe a fumare banane, piuttosto che altre sostanze illecite.
Curiosamente, lo “sballo da banana” è tuttora presente anche in un ponderoso glossario compilato dalla Polizia di Stato italiana sulle droghe:
Banana - Detta anche electric banana (v.) o yellow yellow (v.) espressione gergale di origine anglosassone, in voga negli anni ‘60 quando si riteneva che fumando la buccia di banana si potesse avere uno stato di eccitamento. Alcuni ricercatori hanno trovato serotonina (v.) nella buccia di banana, se bruciata può trasformarsi in sostanza psichedelica. Tale reazione è imprevedibile in quanto può dipendere da numerosi fattori tra i quali il grado di maturazione della banana, la temperatura di combustione, ecc…
Nonostante l’evidenza scientifica contraria, dunque, il mito della banana psichedelica sembra non essere ancora scomparso del tutto - persino nell’ambito di illustri istituzioni.
Immagine da Pixabay, di cocoparisienne.