Articolo di Sofia Lincos, Giuseppe Stilo e Paolo Toselli
Non è una pantera come le altre. È una pantera internazionale, quella che da un paio di mesi sta spopolando in Puglia, e che ha avuto gli onori delle cronache su quotidiani come l’inglese Guardian, lo spagnolo La Vanguardia e il tedesco Stol.
Per la verità, il felino misterioso del 2021 era già apparso in Puglia l’anno scorso. Un anno panteroso, il 2020: noi vi avevamo parlato delle ondate campane del periodo primaverile, ma la loro presenza in varie parti d’Italia era stata una costante un po’ in tutto l’anno.Tra gennaio e febbraio, la pantera era comparsa in provincia di Brindisi, per poi tornare alla ribalta a novembre. Da allora, piano piano, un vero panico felinico di grandi proporzioni è andato montando in Puglia. Una tensione crescente, esplosa a inizio 2021, con il suo culmine nell’area metropolitana di Bari fra il 16 e il 20 febbraio.
I primi segni: via dalla pazza folla
La grande ondata pugliese del 2021 ha un’interessante caratteristica: gli avvistamenti sono giunti a interessare l’immediata periferia di una delle maggiori città italiane, Bari, che conta 315.000 abitanti. La paura del nostro felino si è spostata quasi subito dalle campagne verso il capoluogo; negli ultimi giorni (a partire dal 19 febbraio), invece, i racconti sulla pantera sembrano aver ripreso la strada della provincia. Ad ogni modo, si potrebbe dire che si siano ormai trasformati in una presenza endemica nel folklore contemporaneo pugliese: da un anno a questa parte, la pantera in Puglia c’è sempre.
I primi segni del patatrac, dunque, si sono manifestati “lontano”, cioè in centri decisamente lontani dal capoluogo regionale. Così, ecco ai primi di gennaio la comparsa di alcune storie, ancora non in grado di suscitare grande clamore, nelle campagne fra Locorotondo e Cisternino, ai limiti fra le province di Bari e di Brindisi. In contrada Pantaleo vengono ritrovate alcune tracce insolite: e a tutti, osservandole, tornano in mente le segnalazioni, poi finite nel nulla, arrivate nel novembre 2020 circa una pantera ad Ostuni (quindi ancora più lontano da Bari, verso Brindisi).
Le tracce però non convincono: il nucleo guardie ecologiche Era - Settore ambiente le analizza e smentisce possa trattarsi di un felino. Si vedono con chiarezza le unghie, mentre i felini le hanno retrattili. Anche un esperto di animali esotici dello Zoosafari di Fasano nega che quelle siano i segni di una pantera. Ma è tempo perso.
Monopoli, gennaio 2021: ovvero, come aver paura della paura
Oltre al caso di Locorotondo, sembra che già dalla metà di gennaio, in sordina, la storia della pantera nera del Barese stesse prendendo forma molto più vicino a Bari, a Castellana Grotte. La cosa curiosa è che queste voci (che spiegheremo meglio tra poco), dapprima poco evidenti, sono state ampiamente riprese in un’altra località, più grande e più importante: Monopoli. Il 23 gennaio, infatti, una testata di quella cittadina lanciava l’allarme: un paio di giorni prima c’era stato un avvistamento a Castellana; questo indicava che l’animale, prima presente nella valle d’Itria, si stava muovendo verso il centro di Monopoli. Non c’erano ancora segnalazioni, ma il senso di attesa crescente era netto.
Quattro giorni dopo da Monopoli non si avevano ancora notizie dirette, ma la stessa fonte locale mostrava (pixellate) le foto dello scempio di un asinello, di un asino e di un vitello fatte da un qualche predatore ad Ostuni - dunque, lo ricordiamo, in tutt’altra area regionale - ma le associava alla presenza della “pantera di Castellana” in movimento ancora verso il centro di riferimento del circondario, Monopoli… Il 3 febbraio, ancora niente dalla città, ma la pantera si faceva sempre più vicina. A Castellana, al confine con Monopoli, c’erano tracce evidenti, e l’animale la sera prima era stato visto con chiarezza rovistare fra i rifiuti. La psicosi era pronta ad esplodere.
Castellana Grotte: l’inizio dell’ondata
Il primo, grande colpo d’acceleratore è giunto il 6 febbraio, appunto da Castellana Grotte: al telefono del Comune cominciavano ad arrivare le voci, i dubbi, le notizie più o meno improbabili. Iniziate in zona intorno al 21 gennaio, le storie si erano poi moltiplicate. Era in corso la vera costruzione progressiva di un’ondata locale di panico, il primo fra i numerosi panici locali che, in serie temporale o sovrapponendosi, ben presto avvolgeranno parecchi centri dell’agro Barese. Compariva anche la prima foto dell’animale, fatta in zona nei giorni precedenti.
Un punto probabilmente decisivo per capire il ruolo precipitante svolto dalla “pantera di Castellana Grotte” sta nel grande risalto dato dalla stampa al fatto che, quel 6 febbraio, il sindaco aveva firmato la prima - soltanto la prima di una lunga serie - ordinanza con la quale accreditava in maniera abbastanza chiara la presenza del felino (“cercheremo di addormentarla e di catturarla”) e vietava ogni attività sportiva all’aperto. Questa iniziativa farà scuola: nei giorni successivi diversi sindaci della provincia, a fronte delle dicerie e degli “indizi” sulla pantera, si sentiranno costretti a fare lo stesso.
L’8 febbraio Castellana Grotte è ormai al picco della psicosi: parecchi cittadini contattano le autorità locali dicendo di aver visto la pantera o di averne sentito i ruggiti. Per il sindaco due segnalazioni sono “certificate”, sicure. Droni battono la campagna. Il 7 e l’8 la situazione diventa incandescente anche a Noci: ci sono almeno tre segnalazioni, ma in un caso i Carabinieri accertano che all’origine ci sono tre cani corsi completamente neri. A Putignano, invece, i Carabinieri forestali, allertati per un cane azzannato, propendono per l’attacco di un lupo - non certo di un felino.
La città cinta d’assedio
Intorno all’11 febbraio l’ondata entra nella sua fase esplosiva: non solo ormai la pantera è vista in un gran numero di occasioni in località diverse (e quasi contemporaneamente), ma, dalle Murge e comunque da aree più propriamente agricole, la paura si fa strada verso centri più grandi, vede gli amministratori locali sempre più preoccupati e, soprattutto, si sposta da sud-ovest a nord-est, avvicinandosi lentamente ma inesorabilmente a Bari.
Il 12 le notizie cominciano a diventare clamorose soprattutto, ancora una volta, da Castellana Grotte: circolano in poche ore diverse foto di una bestia nera “come un gatto, ma più grosso”. La tensione giunge al massimo. Insieme, in rete fa irruzione l’ironia: qualcuno si lamenta di non averla ancora vista - proprio come accadeva, in passato, nelle grandi ondate UFO della seconda metà del secolo scorso. Casamassima viene perlustrata dall’alto e a lungo da un elicottero.
Il 13 è la volta di Acquaviva delle Fonti, nel tratto di strada che va a Sannicandro di Bari. Arriva l’ordinanza del sindaco, e dopo le segnalazioni vengono ritrovate orme ed escrementi “sospetti”. Si muovono Carabinieri forestali, Polizia locale, volontari, in specie nella zona Santa Croce-Perrotta. Niente da fare.
Il 14, avvistamenti a Cassano delle Murge e conseguenti ricerche: anche qui vengono vietate dal sindaco le attività sportive all’aperto, mentre un bel gattone da mostra di se, tranquillissimo, in un video da Casamassima. A Castellana Grotte (che come visto nelle prime due settimane del mese era stato uno degli epicentri della paura), invece, le voci si attenuano. Gli avvistamenti vengono meno, e dunque - il giorno 15 - il sindaco parla in video per annunciare la fine delle restrizioni alle attività all’aperto.
Ma il meglio deve ancora venire.
La pantera del boss
L’occasione era troppo ghiotta: l’antica tradizione dell’animale feroce esotico di proprietà del miliardario, del pazzo o del capo criminale si è inserita a perfezione nel panico della pantera pugliese. E così, prima sui sociali e subito dopo su diversi giornali ha cominciato a farsi strada l’ipotesi di una pantera sfuggita a qualche malavitoso locale. Il 14 febbraio in un articolo de La Stampa il sindaco di Acquaviva delle Fonti dichiarava: “mi è stato detto che sarebbe sfuggita dalla villa del figlio di un boss”. Il 16 la supposizione è stata ventilata anche da Il Messaggero: in Puglia - si diceva - c’erano “paesi blindati” a causa di quella specie di emissario della Sacra Corona Unita. Come non poteva non unirsi alla festa la stampa straniera? C’era la pantera del boss italiano!
Ecco quindi l’inglese The Telegraph, già lo stesso 16, e La Vanguardia di Barcellona il 18: il giornale spagnolo non associava la storia pugliese alla criminalità ma c’è da chiedersi se, in mancanza della “spintarella” dovuta al particolare dell’animale del boss, il gattone pugliese avrebbe davvero attraversato i confini italiani. Ad ogni modo, segnalava La Vanguardia, la vicenda pugliese ricordava quella analoga verificatasi a Huelva nel novembre 2020, risolta con l’identificazione della bestia con un grosso gatto. Saranno solo i primi di numerosissimi quotidiani stranieri a riprendere la storia.
Per dovere di cronaca, il sospetto che la pantera poteva essere fuggita dalla casa di un malavitoso, era già stato avanzato da La Repubblica nella sua cronaca di Bari, in un articolo del 22 gennaio intitolato emblematicamente: “Pantera in libertà nel foggiano, 15 uomini le danno la caccia”: Forse fuggita da casa di un boss". Anche se, già esattamente un anno prima, quando si susseguivano gli avvistamenti della pantera fantasma tra le provincie di Foggia e Taranto, la stampa riprendeva e accreditava l’ipotesi che potesse essere fuggita dalla casa di un malavitoso.
Tornando a noi, però, martedì 16 febbraio era il giorno degli ordini e dei contrordini dei sindaci. Due giorni prima, il sindaco di Casamassima aveva emesso un’ordinanza che vietava qualsiasi attività all’aperto, in seguito alla segnalazione di un possibile transito del felino da parte del Nucleo Zoofilo Enalcaccia locale (lo stesso era avvenuto sempre il 14 a Santeramo). Quarantotto ore dopo, l’atto era revocato: nessun risultato era giunto dalle ricerche effettuate con le unità cinofile, mentre un video che pretendeva di averla ripresa in realtà mostrava solo un comunissimo gatto europeo. Ma ordinanze analoghe si sovrapponevano, quello stesso giorno, ad Adelfia, mentre il primo cittadino di Cellamare e quello di Cassano invitavano a non uscire troppo di casa. Alle 16, ad Adelfia, più vicino a Bari, ecco la pantera comodamente filmata vicino al cimitero. Ah, no, scusate, era un altro gatto.
Una foto e l’immagine di un’orma arrivavano anche da Valenzano, in direzione di Bititto, ma il sindaco era prudentissimo, al contrario di altri suoi colleghi: “non ci sono prove”, diceva; forse era un cane corso.
La paura si avvicina alla città
Mercoledì 17 febbraio può esser considerato il vero giorno della svolta. La mattina presto, verso le sei e trenta, ai Carabinieri forestali arrivano due diverse segnalazioni: la pantera si aggira fra la zona di Ceglie Loseto, ormai nel territorio comunale di Bari, e il vicino comune di Adelfia. Militari e volontari passano la mattinata, invano, nelle ricerche, con numerosi abitanti del posto che assistono preoccupati dai balconi ai loro movimenti. Il messaggio è chiaro: la pantera misteriosa sta per giungere nell’abitato di Bari. La presidente del Municipio 4 di Bari, in cui ricade la zona interessata, comunica che, pur non essendoci certezze, terrà informata di ogni dettaglio la popolazione del quartiere.
Il ruolo quasi ossessivo delle autorità è ormai la dominante dell’intera vicenda. Poche ore dopo questo allarme, il sindaco di Santeramo del Colle annullava un’ordinanza che tre giorni prima aveva vietato di fare sport all’aperto: la pantera era stata vista in paese, e dunque era meglio essere prudenti. Ma da cosa dipendeva il suo annullamento? Forse dal fatto che non c’erano stati riscontri? Ma no! Non ce n’era più bisogno, dato che “il felino è in continuo spostamento e le ricerche si stanno concentrando sulla zona di Adelfia e Loseto”.
Qualcuno però la domanda se la poneva: in tutto questo tempo, di che cosa si starebbe cibando un felino di quelle dimensioni? Il professor Camarda, direttore sanitario dell’Osservatorio faunistico della Puglia, spiegava infatti che, almeno sino a quel momento, era stato denunciato un solo atto predatorio potenzialmente associabile alla presenza della pantera fantasma.
Quasi in contemporanea col suo collega di Santeramo, la sindaca della vicina Bitetto aveva smentito un falso messaggio su WhatsApp a lei attribuito, secondo cui... l’animale era stato catturato in paese e, si precisava, apparteneva a un boss brindisino!
Ciò che accadrà a Bari il giorno dopo, a questo punto, non dovrebbe stupirci troppo.
La pantera in ospedale
Nella prima serata di giovedì 18 febbraio, ecco uno degli episodi più acuti del panico. Sui social locali cominciano a girare voci secondo le quali la pantera si trova nel parcheggio antistante l’Ospedale “Di Venere”, a Carbonara, alla periferia sud di Bari. Si racconta dell’arrivo in massa di auto della Polizia: compare almeno una foto in cui se ne vedono due in movimento nei pressi del nosocomio. Parecchie persone contattano gli organi di stampa per avere notizie.
Anche le forze dell’ordine, a partire dalle 18, cominciano a ricevere segnalazioni - vaghe, ma allarmate. Intervengono sul posto Carabinieri forestali, veterinari ASL, Polizia locale, senza il minimo riscontro. Ma tutto ciò, a quanto pare, non è sufficiente a far scendere la tensione. Secondo l’edizione barese de La Repubblica, il direttore sanitario dell’ospedale avrebbe ordinato a tutti i primari, per prudenza, di chiudere le porte di accesso ai reparti. Il comandante dei Vigili del Fuoco, pur ipotizzando che si tratti di “una bufala”, non rinuncia nemmeno lui a comunicare che la mattina del 19 sarebbero state effettuate ricerche sulla zona altre ricerche anche con l’impiego di droni.
Può darsi che questo episodio clamoroso, ripreso con grande evidenza dalle fonti di stampa sia online sia cartacee, sia stato facilitato, oltre che dalla caccia scatenatasi nella vicina Loseto la mattina precedente, soprattutto dalla riunione organizzata nel pomeriggio del 18 dalla Prefettura di Bari (in videoconferenza). Vi avevano partecipato dirigenti di organi di ogni tipo: Comune di Bari, Polizia Locale, Dipartimento di prevenzione della ASLBa, Servizio veterinario regionale, Protezione civile regionale, Carabinieri forestali, Questura, Dipartimento di Biologia dell’Università, e altri ancora…
La nota subito trasmessa alla stampa al termine della riunione era netta: bisognava far sì che le troppe false notizie non intralciassero il lavoro di ricerca della pantera. La decisione principale presa però era un’altra, ossia quella di “avviare una intensa campagna di sensibilizzazione nei confronti della popolazione circa i comportamenti da evitare per non esporsi ad eventuali rischi legati alla presenza del felino”. Per questo era stato prodotto un “decalogo” (a dire il vero, composto da sei punti…) i cui toni non sembrano quelli più adatti a tranquillizzare la popolazione. La presenza dell’animale è data per scontata:
La cittadinanza è invitata a:
prestare la massima attenzione agli spostamenti in aree periferiche, poco frequentate e scarsamente illuminate, soprattutto nelle ore crepuscolari, notturne e nelle prime ore del mattino, evitando in particolare attività quali passeggiate e sport all'aperto, conferimento di rifiuti, conduzione di animali da compagnia;
prestare attenzione all'utilizzo di seconde case poco frequentate, in particolare case di campagna isolate;
mantenersi a distanza da case abbandonate e ruderi, cataste in legno, materiali edili abbandonati;
avvicinarsi con grande cautela e attenzione ad alberi di grandi dimensioni, tra i cui rami può nascondersi il felino;
tenere sotto controllo gli animali domestici e da compagnia, in particolare cani di tutte le taglie, in contesti rurali ed extraurbani;
prestare attenzione in caso d'investimento di grandi animali. In particolare, occorre assolutamente evitare di scendere dal veicolo se non si è assolutamente certi dell'identità dell'animale investito.
Giovedì 18, a sera, nuovo allarme senza esito in via Trisorio Liuzzi, sempre nella periferia sud di Bari: soldati e Carabinieri chiedono in maniera concitata a un giornalista che riprende la scena di allontanarsi, perché stare lì “è pericoloso”. Un servizio video di “Antenna Sud”, oltre a mostrare un animale scuro correre per qualche secondo a fianco di un’auto, presenta anche gli effetti social della psicosi: la pantera ritratta in un bar di Bari, la pantera sul lungomare a prendere il sole, la pantera barese associata al logo di una marca di abbigliamento.
Allo stadio San Nicola e alla fabbrica di birra!
La mattina dopo, 19 febbraio, le segnalazioni da varie zone della cintura sud di Bari giungono quasi in contemporanea fra loro: la pantera ormai si moltiplica in funzione del numero di testimoni potenziali presenti sul terreno. La segnalano in una zona trafficatissima, vicino allo stadio San Nicola, e alla fabbrica di birre “Peroni”, a ridosso dell’Università. Ma Il Quotidiano italiano di Bari è impietoso: quelli che finora sono stati filmati sono chiaramente gatti dal mantello scuro… Fra Adelfia e Carbonara, proprio nelle stesse ore, alcune tracce vengono attribuite a un leopardo. Fred, cane dei Carabinieri forestali, le annusa e si mette alla ricerca del colpevole. Il cerchio si stringe - ma non a Bari, in provincia! Decine di uomini con due postazioni fisse proseguono la caccia in quella zona. Le impronte, rilevate, vengono inviate all’Istituto Zooprofilattico di Roma, ma ci vorranno mesi per avere i risultati…
Nel fine settimana fra sabato 20 e domenica 21, la sarabanda in città prosegue. Le valutazioni si fanno più precise: pesa fra 55 e i 60 chili, è un maschio senza unghie, scappa dai cani di branchi randagi e anche dall’uomo. Ma soprattutto, è imprendibile. Un veterinario che lavora presso il CRAS, Centro recupero animali selvatici di Matera, ritiene che sia un animale nato in cattività, imprevedibile ma goffo, perché le foto che ha visto mostrano
asinelli e pecore da lei sbranati. Le lesioni inflitte attestano infatti che si è in presenza di un animale “goffo”, non abituato a cacciare. Solitamente le pantere selvatiche uccidono la preda strangolandola e mordendola sul collo, per poi portarla nella propria tana per mangiarla in tutta tranquillità. Questa invece le ha dilaniate solo sulla parte posteriore, lasciandole tra l’altro per terra e non finite.
Pantera, sì, ma dal comportamento anomalo…
Gli “avvistamenti” sabato 20 proseguono, ma sono ora un po’ più distanti dall‘agglomerato barese: un breve video e altre impronte giungono da una zona della strada provinciale 45, situata fra lo stadio San Nicola e Modugno, con conseguente corsa sul posto delle autorità. Come per magia, lo stesso giorno la pantera è avvistata anche sulla costa, a Monopoli (finalmente!): viene vista lungo la Statale 16, dove un uomo si è fermato un attimo per far pipì. Ma le segnalazioni alle forze dell’ordine, precisa la fonte che dà la notizia, sono state “decine” negli ultimi giorni!
È ancora presto per dirlo, ma si direbbe che l’onda del Grande Panico, nella settimana di lunedì 22, abbia continuato il suo ripiegamento verso sud. Di mattina, infatti, sono giunte segnalazioni dalle campagne di Gioia del Colle: la Protezione civile locale si è mossa tempestivamente con l’uso di droni; le immagini ce la mostrano in azione con Carabinieri forestali e Polizia Locale. Visto che a vedere l’animale è stata anche una veterinaria, in giornata il sindaco - copione già visto - ha invitato i suoi cittadini a restare in casa il più possibile. Al pomeriggio, su Raidue, un lungo servizio sulla pantera è andato in onda a La vita in diretta (Raidue).
Forse c’è già un po’ di delusione per il mancato arrivo in pompa magna nel centro storico della città. Un fotografo professionista barese ha rimediato e, la mattina del 23 febbraio, ha pubblicato un servizio che la ritrae a passeggio, mentre compie un giro turistico e scopre la fattura casalinga delle orecchiette.
Intanto, sul sito di Italia Ambiente la pantera pugliese è stata inserita ufficialmente in una forma caratteristica di folklore nazionale: i grandi felini esotici che nessuno cattura mai e che si vedono ormai da cinquant’anni - per non parlare degli episodi simili più remoti, ma assai più sporadici di quelli attuali.
Una cosa è certa: il Grande Panico pugliese di queste settimane non passerà, nella storia del leggendario contemporaneo, come uno fra i tanti casi di storie sugli “animali misteriosi”. Questa non è una pantera come le altre: è internazionale, urbana, fonte di storie su boss della malavita, commenti sui social e meme scherzosi. Significativi, in considerazione al periodo che stiamo tutti vivendo, alcuni commenti postati su Facebook: “Questa pantera si ribella ai colori, giallo/arancione”, oppure “Una trovata per farci restare chiusi in casa”. Per estensione, permanenza e numero dei casi segnalati, pare destinata fin da ora a diventare uno dei felini misteriosi di maggior successo su scala nazionale.
Le fonti cartacee, e anche quotidiani importanti e tradizionali come La Gazzetta del Mezzogiorno e l’edizione pugliese di Repubblica, hanno perso quasi del tutto la loro rilevanza per la narrazione complessiva di episodi come questo. I loro articoli sono sempre più striminziti. Il fiato corto rispetto al web e in particolare nei confronti dei social ormai è evidente: gli eventi sono in corso e occorre monitorarli ora per ora. Lo faremo anche noi: il Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee continua a seguire le notizie, e tutto ciò che le circonda.
Si ringrazia Gildo Personè per le numerose fonti cartacee fornite.
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