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Il terrorista riconoscente di Melbourne

Aggiornamento: 19 giu


Articolo di Sofia Lincos


Il 20 dicembre scorso un veicolo ha preso fuoco nel parcheggio del Chadstone Shopping Center , il più grande supermercato di Melbourne nonché dell'intera Australia (c'è chi dice perfino dell'intero emisfero australe!).


Di per sé la dinamica pare chiara: un uomo avrebbe notato del fumo uscire dalla sua auto e ne sarebbe uscito giusto in tempo per vedere le fiamme avvolgere il veicolo, probabilmente per colpa di un guasto meccanico. Nessuna conseguenza rilevante, al di là del danneggiamento di altre auto parcheggiate nelle vicinanze e l'evacuazione della zona con conseguenti disagi per i clienti del Chadstone, alla probabile ricerca di regali natalizi.


Eppure l'episodio sembra aver scatenato in Australia un'ondata di commenti fra l’indignato e il cospirazionistico.


Già, perché per molti utenti di Reddit e dei social network quanto avvenuto a Melbourne sarebbe in realtà un attacco terroristico insabbiato dalle autorità australiane. In molti, infatti, già sapevano che qualcosa di brutto sarebbe successo al Chadstone. Da alcuni giorni, infatti, attraverso WhatsApp era stato diffuso un avvertimento attraverso un messaggio sgrammaticato che recitava più o meno così:

Ragazzi un'amica di Chloe ha appena trovato un portafoglio al Chadstone e l'ha portato a casa della persona e glielo ha restituito e questi erano musulmani e sono stati così riconoscenti che lei glielo avesse riportato che le hanno detto "ti prego non tornare al Chadstone, solo quelli della nostra comunità lo sanno ma ci sarà un attacco programmato prima di Natale".

Qualcosa di simile era successo anche in Italia alcuni anni fa. Nel dicembre 2016, ad esempio, un messaggio audio riferito a un noto centro commerciale di Caserta circolava in ambito regionale.


La struttura della storia è più o meno sempre la stessa: una persona trova un portafogli e lo restituisce al proprietario, che a seconda delle versioni può essere "un arabo" o "una donna col velo". In altri casi il gesto di gentilezza può avere natura differente: ad esempio, può trattarsi della donazione dei pochi soldi necessari per pagare una spesa alle casse di un supermercato, della restituzione di un treno perso o di un aiuto a gestire alcuni bambini mentre la madre si arrabatta con una borsa rotta. In ogni caso il beneficiario ricambia il favore avvisando del pericolo di un attentato che si dovrebbe verificare di lì a pochi giorni.


Nel 2001, in seguito agli attacchi terroristici dell'11 settembre, il racconto girava con l'avviso di non bere Coca-Cola a partire da una certa data. Nell'aprile del 2015, nelle settimane precedenti l'apertura dell'Expo di Milano, l'invito sarebbe stato quello di disertare la manifestazione, perché l’evento sarebbe stato funestato dall'esplosione di una bomba. Così raccontava all'epoca il Corriere della Sera:

La storia, narrata nell’audio dalla voce di un ragazzo, viene presentata come «un fatto che è successo alla figlia di una collega di mia madre». Nel racconto, una ragazza cammina per strada quando un uomo davanti a lei, genericamente definito «un arabo», perde il portafoglio. La ragazza lo raccoglie e insegue l’uomo per consegnarglielo. Nel momento in cui «l’arabo» riceve il portafoglio, per sdebitarsi vuole offrire un caffè alla ragazza, la quale però è di fretta e rifiuta. Al che l’uomo le offre un «regalo, mi ringrazierai». Si tratta di un avviso: «Non prendere la metro il Primo maggio». Poi l’uomo scappa di corsa. E la ragazza resta pietrificata, perché ha capito che ci sarà un attentato, una bomba in metrò: il Primo maggio inizierà l’Expo.

La voce, circolata inizialmente nella metropoli lombarda, fu localizzata una decina di giorni dopo anche a Torino.


Ciò detto, bisogna precisare che la leggenda del terrorista riconoscente, così è chiamata dagli studiosi di leggende contemporanee, non è nata con il sorgere del terrorismo islamista, dato che era già comparsa in varie forme al mutare delle circostanze politiche e militari. Negli anni '80-'90 del secolo scorso, infatti, la stessa storia circolava riferita alla sola Inghilterra e ai terroristi nord-irlandesi dell’IRA.

Nel marzo del 2000 sul newsgroup alt.folklore.urban ne fu raccontata una versione molto simile a quelle attuali, riportata poi dagli studiosi Gary Alan Fine e da Bill Ellis in "The global grapevine: why rumors of terrorism, immigration, and trade matter" (Oxford University Press, 2010):

Un’amica della moglie di un dirigente della società del marito si trovava in un McDonald’s al Trafford Centre (un nuovo grande centro commerciale a Manchester). Un uomo con accento irlandese in coda dietro di lei le chiese piuttosto minacciosamente una moneta da una sterlina. Lei accettò, per sbarazzarsene. Quello, dopo aver ottenuto il suo cibo le disse: “mi hai fatto un favore, te ne farò uno io. Non venire qui in marzo”. Lei allora andò alla polizia e lì le mostrarono un libro con le foto degli operativi IRA. Nella seconda pagina c’era l’uomo che aveva visto nel McDonald’s.

Il successo di leggende come queste poggia sulla loro funzione rassicurante: se l'attentato avverrà in un determinato centro commerciale o in una certa data basterà evitare di trovarvisi in quel momento per non correre alcun rischio. Rispetto a una situazione in cui il terrorismo potrebbe colpire in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, si tratta dunque di un bel passo avanti, dal punto di vista del controllo dell’ansia.


Non è un caso che questa leggenda si diffonda con maggior virulenza in seguito a eventi di rilievo nell’ambito della sicurezza collettiva (la cattura di Bin Laden, i gravi attentati degli islamisti a Parigi...), che accrescono l'ansia generale nei confronti della minaccia terroristica. In altri casi la diffusione accelera in concomitanza con feste o con eventi internazionali come l’Expo milanese o le Olimpiadi. Ma anche il Natale, come accaduto a Melbourne di recente o in Italia alcuni anni prima è un periodo particolarmente fertile per il successo della leggenda del terrorista riconoscente.


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