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  • Immagine del redattoreSofia Lincos

Le leggende metropolitane dell’Indiana University


Gli Stati Uniti, si sa, hanno un ricchissimo folklore universitario. Praticamente ogni college ha le sue leggende, i suoi rituali, le sue storie dell’orrore. Spesso questi racconti vengono passati dagli studenti più anziani alle matricole e rimangono confinati a un singolo campus o a una particolare confraternita. Questo, a meno che qualcuno non se ne interessi e provi a farli conoscere in un ambito più vasto.


È quanto successo di recente con un piccolo ma interessante progetto di digitalizzazione messo in piedi da Elise Suarez, una studentessa del Master in Biblioteconomia presso la Luddy School of Informatics, Computing and Engineering dell’Indiana University. Suarez ha conseguito la laurea in folklore ed etnomusicologia alla Indiana University di Bloomington; nel 2023 ha frequentato un corso sulle biblioteche digitali tenuto dal professor John Walsh, e come progetto ha deciso di rendere disponibili alcune delle storie raccolte negli anni attraverso i corsi del Folklore Institute


Scartabellando nei suoi archivi, ha scoperto 25 storie che riguardavano il suo campus, i dormitori dell’Indiana University o le confraternite studentesche. Si tratta di leggende raccolte tra il 1958 e il 1972, che sono state digitalizzate e rese disponibili al pubblico attraverso un sito web; sono classificate per argomento, luogo in cui sono ambientate, tipologia e anno. 


Molte storie sono simili, ma è interessante confrontare le piccole differenze tra versioni diverse dello stesso racconto. Non è questo l’unico elemento che emerge dalla raccolta: “È stato interessante vedere che nel 2020 circolano ancora leggende che risalgono agli anni ’50”, ha commentato Suarez. D’altra parte, secondo la giovane, le leggende dei campus universitari possono offrire spunti sulle paure e sulle ansie degli studenti; studiarle potrebbe aiutare a comprendere meglio il folklore universitario e le sue mille peculiarità locali.


Ma, quindi, quali sono le leggende che ha trovato Elise Suarez negli archivi del Folklore Institute? Ecco alcune fra quelle più ricorrenti.


1) Lo scherzo del braccio


Senza dubbio, una delle storie che compare più spesso nell’archivio di Suarez (otto varianti) è una leggenda che potremmo chiamare “Lo scherzo del braccio”:


Si dice che quando il nuovo dormitorio di Smithwood dell’Indiana University aprì, alcuni anni fa, accadde un terribile incidente. C’era un gruppo di ragazze che disprezzavano un’altra ragazza perché tutto quello che faceva era studiare ed era molto asociale. Andava a letto molto presto e mal tollerava che loro stessero alzate a parlare. Così, una delle ragazze si fece dare dal fidanzato un braccio, preso dal laboratorio di medicina della scuola. Portarono il braccio nel dormitorio e lo misero nel letto della ragazza. Lei andò a letto, ma quelle non sentirono nessun rumore. Curiosi, entrarono nella stanza per vedere la sua reazione. La trovarono nell’armadio che masticava il braccio. Era diventata pazza. (1958)

In altre versioni, la ragazza (è sempre una “lei”, la vittima designata) viene ritrovata con i capelli completamente bianchi per la paura. Lo scherzo finito male può riguardare una mano segata e rubata dai corsi di anatomia, un braccio verde appeso all’interruttore della luce, oppure un arto conservato in formalina nascosto sotto al letto. In alcune versioni la ragazza è una studentessa di medicina presa di mira dai compagni uomini per ragioni sessiste (l’episodio viene fatto risalire a un tempo in cui le donne medico non erano ancora ben accette). 


2) Lo scherzo sul cadavere


Di segno opposto, ecco un’altra leggenda che sembra rimettere le cose a posto, circa il rapporto fra i sessi tra i banchi della facoltà di medicina. 


Questa storia viene raccontata al corso di anatomia qui all’Indiana. Sembra che ci fosse una ragazza molto carina che seguiva un corso di anatomia avanzato. Nessuno dei ragazzi della classe era riuscito a combinare qualcosa con lei. Pare che ognuno degli studenti del corso avesse il proprio cadavere su cui lavorare, e il suo a quanto pare era quello di una donna. Un giorno, dopo la lezione alcuni dei suoi compagni si misero insieme e decisero di amputare il pene di un cadavere maschile e di piazzarlo nella vagina del suo cadavere, per vederne la reazione. Il giorno dopo, quando la ragazza vide quello che era accaduto, si rivolse freddamente ai compagni che sorridevano e disse: “Uno di voi ragazzi deve essersene andato via di corsa, la scorsa notte”. (1960)

Una ragazza che sa il fatto suo, dunque, e che reagisce alle provocazioni mettendo in imbarazzo gli “avversari”; peccato che come storia sembri decisamente più rara rispetto alla controparte (ne troviamo un’unica occorrenza, nell’archivio di Suarez).


3) La morte della compagna


Altro motivo diffusissimo (otto varianti) è invece una storia che potremmo definire “La morte della compagna”, e che in parte è sovrapponibile alle storie sugli intrusi nei dormitori del campus, di cui sono presentati un paio di esempi (anche se uno dei due, più che alle leggende metropolitane, sembra rimandare più che altro a descrizioni di allucinazioni ipnagogiche). “La morte della compagna” sembra invece avere una struttura più definita. Eccone un esempio:


[…] Due ragazze che vivevano a DeJoya, nel Quadrilatero McNutt, ebbero un permesso speciale per stare lì durante le vacanze per il Giorno del Ringraziamento, perché vivevano molto distanti. Una stava al terzo piano, l’altra al piano terra. Avevano sentito alla radio che un uomo era evaso da un istituto psichiatrico nell’area di Bloomington. Essendo le uniche due persone dell’intero dormitorio, cominciarono a preoccuparsi. Decisero di stabilire un codice di colpi per bussare, in modo da esser sicure su chi ci fosse alla porta. Andarono nelle loro stanze e si chiusero dentro. Mentre la notte scorreva, la ragazza del terzo piano sentì un colpo, e un rumore di trascinamento che veniva su per le scale proseguiva lungo il corridoio. Stava cominciando ad aver paura, quando il rumore si fermò davanti alla porta. Poi, ci fu il suono di qualcosa che grattava. La ragazza rimase pietrificata e si rannicchiò sotto le coperte. Il rumore cessò. Decise di non fare nulla fino al mattino. Quando questo arrivò, la ragazza si alzò e aprì la porta. Sul pavimento fuori dalla sua stanza c’era la ragazza del piano terra con un’ascia che le trapassava la testa. C’erano graffi sulla porta, sulla quale aveva raspato per chiedere aiuto. Da allora, ogni anno due ragazze della McNutt vengono spaventate dallo psicopatico “uomo dell’ascia”, e una muore. […] Ci sono voci secondo cui Jeanne Dixon [una “veggente” e astrologa americana celeberrima nel secolo scorso, NdR] ha predetto che sei ragazze saranno uccise dal pazzo dell’ascia quest’anno, alla Indiana University. Ma sono solo, come ho detto, delle voci. (1972)

Anche questa storia presenta molte varianti: quasi sempre la vittima viene uccisa da uno psicopatico, di solito l’uomo dell’ascia o un killer che ne recide la gola con un coltello. Ma esiste anche una versione in cui la morte è accidentale, la ragazza scivola dopo una doccia e si taglia la gola con un rasoio; la sua compagna, però, è troppo spaventata per aprire la porta… 


4) L’uomo uccello (“Birdman”)


Una delle leggende più peculiari dell’Indiana University pare essere quella relativa a Birdman, uno studente che imitava il richiamo degli uccelli in maniera perfetta e inquietante. La storia è tuttora presente nel folklore dell’università, ed è comparsa anche in un numero della rivista Life. Ad ogni modo, ecco al riguardo un racconto risalente al 1969:


Durante il semestre primaverile del 1966, c’era uno studente maschio che viveva al Quadrilatero McNutt e che era diventato famoso per il suo strano richiamo da uccello. Questo richiamo, ripreso da un programma radio che lo studente aveva sentito quando era più giovane, cominciava con un tono lento e cresceva fino a diventare una risata isterica e agghiacciante. Nessuno sapeva chi fosse lo studente, così lo soprannominarono I.U. Birdman. Alle dieci e mezza di ogni sera, lo studente faceva partire il suo richiamo dal terzo piano della sezione maschile del dormitorio. L’uomo-uccello diventò così popolare nel corpo studentesco che parecchi riempivano i parcheggi del McNutt e del Foster per aspettare di sentirlo. Anche la gente del posto e le stazioni radio del campus registrarono il richiamo, in modo da poterlo mandare in onda durante le trasmissioni. Comunque, c’era qualcuno che non era così entusiasta riguardo a Birdman. I responsabili della scuola e del dormitorio fecero del loro meglio per scoprire chi fosse l’uomo-uccello. Pensarono anche di catturarlo intrappolandolo nella sua stanza nel momento del richiamo. Ma le voci sul piano trapelarono ai suoi compagni studenti, che per proteggere il loro amico, si radunarono nel corridoio del suo piano. Così i responsabili non poterono trovarlo. Verso la fine del semestre, ci fu una serie di furti di mutande; e sarebbe stato Birdman a fornire il segnale di via libera. Alla fine fu catturato e messo a tacere dall’amministrazione. Il suono che faceva era davvero spaventoso e provocava incubi.[...] (1969)

5) I fantasmi della Phi Kappa Tau 


Esistono infine diverse storie di tipo “paranormale”, che sembrano concentrarsi intorno all’edificio di una confraternita (ma non solo: si parla anche del fantasma di un bambino, Wilber, che infesterebbe il Teter Quad). I documenti digitalizzati sul tema sono sei, e alcuni sono assai articolati; qui ne usiamo soltanto un estratto, a titolo di esempio:


“Beh, quello che ho sentito io è che prima della guerra c’era questo dottore che praticava aborti su alcune delle studentesse meno fortunate. Credo che una volta accadde qualcosa durante una delle operazioni, e una delle ragazze morì. Penso che non fece altro che nascondere il corpo da qualche parte, e che non fu mai ritrovato. Alla fine lo presero e lo misero in galera, e lui disse che aveva accidentalmente ucciso una delle ragazze. Disse anche dove avrebbero potuto trovare il cadavere, ma non lo scoprirono mai. Ad ogni modo, quelli della Phi Tau dicono che accadono sempre delle cose strane laggiù, ed è per quello che così tanti ragazzi se ne sono andati e che sono stati costretti a chiudere l'edificio. [...] (1972, leggenda “A”)

L’identità del fantasma varia a seconda delle versioni, ma l'entità si manifesterebbe con suoni di passi trascinati, sussurri notturni, e con l’accensione e lo spegnimento delle luci. Per alcuni si tratterebbe di un giovane a cui sarebbe dedicata la casa, nata come memoriale; per altri, del primo costruttore dell’edificio, un uomo strano che avrebbe ucciso la moglie e poi si sarebbe suicidato; c’è poi chi racconta di voci e di pianti di bambini, di solito in relazione alla figura di un vecchio proprietario della casa che si diceva praticasse aborti clandestini. I fenomeni sarebbero particolarmente evidenti nello scantinato dell’edificio, in corrispondenza di alcuni mattoni diversi dagli altri che secondo le voci celerebbero qualcosa di inquietante (il cadavere della moglie del primo proprietario, o quello della ragazza morta, oppure i resti dei feti abortiti).


Ghost stories vecchio stile, racconti di scherzi a base di cadaveri o di richiami per uccelli, storie di serial killer e morti agghiaccianti… Il folklore dell’Indiana University è ricco e interessante. Sarebbe bello poterlo confrontare con quello di altre università, se altri studenti seguissero le orme di Suarez.


Foto di Nyttend da Wikimedia Commons, pubblico dominio

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