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Puffare Satana

Aggiornamento: 6 giu


Articolo di Sofia Lincos


Vi ricordate i Puffi? Inizialmente erano personaggi secondari di un fumetto, frutto dell’immaginazione dell’artista belga Peyo, al secolo Pierre Culliford. Poi, dal 1959, si guadagnarono il ruolo di protagonisti in una serie di albi scritti in collaborazione con Yvan Delporte. La vera popolarità, però, arrivò negli anni Ottanta, quando esordì negli Stati Uniti una serie animata fortunatissima firmata dalla Hanna-Barbera; seguirono lungometraggi, CD, merchandising, parchi a tema.


In Italia, i cartoni animati furono trasmessi a partire dal 1981, prima da alcune reti locali, per poi sbarcare su Canale 5 dal 1982 e l’anno seguente su Italia 1.


Non tutti, però, accolsero con entusiasmo la moda degli omini blu. Tra i loro più acerrimi nemici, ci furono i Testimoni di Geova, che temevano la cattiva influenza dei Puffi sulle menti e la fede dei più giovani. Ed è proprio in questo ambito religioso che si diffuse la leggenda di cui vi parliamo oggi: l’idea che da qualche parte, in casa di un testimone o durante un’adunanza (come i testimoni chiamano le loro riunioni, settimanali o infrasettimanali), un pupazzetto a forma di Puffo avesse preso vita, camminando da solo.


La leggenda in Italia


La storiella è rimasta impressa nella memoria di un certo numero di ex-Testimoni di Geova che erano bambini negli anni Ottanta. Riportiamo qui due testimonianze tratte dal forum InfoTDGeova (che, si badi bene, in genere presenta testimonianze polemiche di persone uscite da quella confessione):


Tra i testimoni di Geova giravano parecchie leggende a riguardo ai Puffi, si diceva per esempio che in casa di una famiglia cristiana (TDG) i figli possedevano i famosi pupazzetti, e questi avevano portato nella casa un'influenza demoniaca, raccontata ovviamente con differenti aneddoti e sfaccettature, una delle più singolari che sentii fu che questi Puffi camminavano da soli per casa! Anche in Francia sentii girare le stesse leggende!!

Rispondendo a una domanda su come fosse possibile che in una pubblicazione dedicata agli anziani (i membri delle comunità che guidano le singole congregazioni locali dei Testimoni di Geova) ci fossero tre pagine dedicate in modo specifico ai Puffi, un altro utente spiegava:


Il "corpo degli anziani", preoccupato da tale questione (non si dimentichi che in una congregazione un pupazzo di peluche a forma di Puffo si era alzato in piedi da solo durante l'adunanza ed era uscito con i suoi piedini dalla sala del regno!), si riunisce per discutere del problema. Scrivono una lettera a Roma, incapaci di trovare da soli una risposta alle loro (angosciose?) domande, e attendono fiduciosi la risposta. Nulla di strano se anche a Roma abbiano interpellato Brooklyn [dove si trova la sede mondiale dei Testimoni di Geova, NdA], prima di rispondere. Succede spesso.

Queste sono, a grandi linee, le due leggende più diffuse tra i Testimoni di Geova: un pupazzetto a forma di Puffo (il personaggio non è mai specificato, forse per dare alla storia un carattere più generale) si sarebbe animato; la cosa sarebbe avvenuto o a casa di un fedele, o durante un’adunanza. Le implicazioni sono ovvie: gli omini blu sarebbero giocattoli pericolosi e “satanici”. Meglio starne alla larga.


La storia è raccontata ancora meglio in Figli di un Dio tiranno (Avverbi, 2002), un libro a cura di Chiara Bini e Patrizia Santovecchi, che raccoglie dieci testimonianze di fuoriusciti da diversi movimenti religiosi:


Avevo otto anni e andavo pazza per i "Puffi". I miei me li lasciavano guardare in televisione e io viaggiavo serena dietro alle strampalate avventure. Finché un giorno non successe qualcosa che alla piccola Sara tolse anche loro. Eravamo nella Sala del Regno, aspettando che iniziasse l'adunanza, quando Sara notò un gruppo di adulti che bisbigliavano fra loro con aria preoccupata. Si era appena appresa una notizia sconcertante. Durante un'adunanza in una città del Nord Italia, a un bambino era stato consentito di portarsi dietro un Puffo di peluche. A un tratto, nel bel mezzo del sermone, il pupazzo aveva preso vita, si era alzato, aveva iniziato a camminare verso l'uscita e se n'era andato, scomparendo. Il Puffo era certamente indemoniato, orribile opera di Satana. Il divieto fu immediato.
Da allora in poi ai nostri genitori fu severamente vietato farci vedere i cartoni dei Puffi. Ricordo la piccola Sara, in silenzio, in preda al terrore. Quella sera in auto, dopo l'adunanza, non crollò addormentata sul sedile di dietro, come al solito. Era troppo agitata. Il suo Gargamella e il micio Birba erano potenze del male. E la sua sigla adorata "Noi Puffi siam così...", che canticchiava sottovoce quando nessuno la sentiva, era censurata. Fu uno choc. Appena a casa, si precipitò nella sua cameretta, prese tutta la raccolta di puffi di gomma che teneva sullo scaffale e li gettò dalla finestra. Puffetta, Puffo vanitoso, Quattr'occhi e soprattutto lui, il fattucchiere più potente, il Grande Puffo che conosceva anche le più segrete e pericolose pratiche di magia: tutti giù, lontani da lei.

Qui la vicenda del Puffo indemoniato è collocata in una generica “città del Nord Italia”, durante un’adunanza. Si tratta di racconti fatti da ex-Testimoni di Geova, che spesso tendono a porre l’accento sulla chiusura verso la cultura generale delle congregazioni e dei loro membri. Eppure, i racconti sono molto simili tra loro, e ricorrenti. Probabile, quindi, che l’aneddoto del “Puffo animato” sia stato davvero diffuso e raccontato negli anni Ottanta. Anche perché questa leggenda non si trova solo in Italia: racconti simili si ripetono anche in altri Paesi.


Puffi satanici in America


Anche negli Stati Uniti, gli ex-Testimoni di Geova ricordano parecchi episodi del genere. Frequenti sono i racconti di “infestazione” che sarebbero iniziate a partire da oggetti con impressi disegni di Puffi (tende, carta da parati…). Ne riportiamo due (da questo forum):


Intorno al 1983 o 1984 i Puffi erano l’ultimo grido tra i ragazzini della mia età. In qualche modo comiciarono e si diffusero come un incendio le storie su quanto i Puffi fossero demoniaci. [...] A quanto pare, una bambina aveva delle tende con i Puffi nella sua camera da letto e la prima notte che i cattivi Puffi furono lì, si svegliò e li trovò che erano saltati giù dalle tende e avevano cominciato a danzare intorno alla stanza, ridendo diabolicamente.
Una famiglia di testimoni di Geova aveva decorato la stanza del figlio con una carta da parati a tema Puffi. Poco tempo dopo, una mattina, notarono che il bambino era coperto di piccoli segni rossi. La mamma gli chiese se avesse percepito la presenza di qualche insetto nel letto. Lui disse: “No, i Puffi vengono fuori dalla parete e mi mordono di notte. Di giorno sono carini e sorridono ma di notte hanno denti affilati”. Quegli ingannevoli demonietti blu! Così Mamma e Papà dovettero toglier via la tappezzeria e rifare la stanza. E naturalmente la carta non bruciò senza un bel po’ di benzina.

Difficile, senza un’indagine, capire cosa potrebbe esserci alla base - magari un brutto sogno nel primo caso, o una frase del bimbo male interpretata nel secondo. Sicuramente i Testimoni di Geova di quel periodo erano estremamente sul chi vive in tema di Puffi: un utente del forum, ad esempio, racconta di una babysitter che ogni tanto guardava i figli dei suoi vicini. Questi avevano una piscina a tema Puffi che la ragazza non permetteva loro di usare, nel timore che i “demonietti blu” potessero farli scivolare, o anche annegarli. Come sarebbe stata interpretata una caduta accidentale avvenuta nei pressi della piscina?


In qualche caso all’origine delle mille storie sui Puffi satanici potrebbero esserci stati semplici fraintendimenti, come quello di questo racconto:


Una madre Testimone portò il figlio di tre anni al supermercato, ma lì il bambino si agitava sempre, bloccato nel carrello della spesa. La donna lasciò il bambino per alcuni secondi per prendere alcune cose nello scaffale. Quando tornò, suo figlio aveva in mano un Puffo da tre pollici con arti mobili. La buona madre Testimone prese immediatamente la bambola e la mise via, pensando che il figlio l'avesse presa da qualche parte. La requisizione del giocattolo fece piangere il bimbo, naturalmente, ma la madre non cedette. Tuttavia, nel corso del giro di acquisti, il bambino ebbe modo di ritrovarsi in mano la figurina altre due volte. La terza volta, la madre si rese conto che la bambola stava seguendo lei e il suo bambino e che forze demoniache stavano cercando di possedere suo figlio. La madre afferrò il bambino, lasciò il carrello e praticamente scappò dal negozio. Più tardi io, che lavoravo in quel supermercato, ho scoperto che uno dei dipendenti che riforniva gli scaffali continuava a dare al bambino il giocattolo, in modo che non si agitasse così tanto.

Ancora la storia del Puffo in fuga


Dai fraintendimenti all’interpretazione malevola - e alla successiva diffusione in tutta la comunità, come monito a stare all’erta - il passo è brevissimo. Alcune di queste storie devono aver viaggiato di bocca in bocca per grandi distanze. Non si spiega altrimenti la storia del Puffo che prende vita durante un’adunanza, che da noi circolava ambientata “in una città del Nord Italia” e che si ritrova uguale negli Stati Uniti.


Ricordo una storia che andava per la maggiore negli anni della mia pre-adolescenza, e che era qualcosa del genere: correva voce che un bambino era venuto in assemblea di circoscrizione con i genitori. Il piccolo si era portato dietro un giocattolo peluche. Comunque, non era un peluche normale, carino e coccoloso. Era uno di quei piccoli demoni blu che le persone del mondo chiamano Puffi. In ogni caso, il piccolo Puffo di peluche, si sollevò nel bel mezzo dell’assemblea e corse fuori dalla porta. A quanto pare il demone all’interno del giocattolo non poteva più sopportare la “luce” e la “verità” che albergavano nella sala dell’assemblea e aveva dovuto scappare via.

Altra versione:


Mark, lo zio di Paul, che è un anziano, gli raccontò che di un incidente che a quanto pare era accaduto nella sua congregazione e che riguardava la bambola di un Puffo. La storia racconta che una nuova famiglia, che aveva appena iniziato lo studio [biblico], stava partecipando agli incontri del sabato con un figlio piccolo. Nel bel mezzo dell’incontro, il Puffo a quanto pare si sollevò in piedi e dichiarò: “Ne ho abbastanza di questa m….”, e se ne andò da lì con le sue sole forze. Quindi a quanto pare anche i Puffi sono in grado di riconoscere la spazzatura quando la sentono. Lol!

La storia, come ogni buona leggenda metropolitana, è “accaduta davvero” nella congregazione di un conoscente - che, lo scommettiamo, interrogato in merito riferirebbe che “è successo davvero” nella congregazione di un altro conoscente, e così via. Sempre a un passo appena dalla possibile verifica, che però non arriva…


Riportiamo un’ultima testimonianza, a firma di Michael Jerrickson, figlio di una Testimone di Geova e autore di The Atheist's Book of Bible Stories:


Prima di iniziare, capisco che questa storia rischia di portare la mia credibilità fino al punto di rottura, ma giuro su Dio che sto dicendo la verità. [...] Tutto iniziò con una diceria sull'origine della parola "Puffo". Qualcuno decise che la parola inglese "Smurf" suonava molto come una parola tedesca che ha a che fare con demoni, gremlins, o qualcosa del genere. Pertanto, usando i Puffi come giocattoli e come intrattenimento per bambini, Satana si stava infiltrando nel mondo con la sua influenza diabolica, attraverso le sue pedine, i media. Oh, i cartoni sembrano così innocenti, ma quando guardi sotto la superficie è tutto un pozzo senza fondo di attività demoniache!
Questa teoria, unita alla rappresentazione positiva della magia (cioè stregoneria) nei Puffi, ha portato ad alcune storie piuttosto ingenue che hanno fatto il giro delle congregazioni. Ad esempio, non rendendosi conto della loro origine demoniaca, una madre aveva permesso a suo figlio di portare un bambolotto-Puffo a una riunione in Sala del Regno. A metà dell'incontro, il demone nel Puffo era diventato agitatissimo per le verità che stava ascoltando. Il Puffo si era alzato ed era corso fuori dalla stanza. Alcuni racconti affermano che il Puffo aveva esclamato lungo il corridoio: "Ne ho avuto abbastanza di questa merda!" - una grande verità uscita da una bocca di peluche. Ho avuto lo stesso impulso anch'io. Forse sono posseduto.
La maggior parte delle leggende dei Puffi segue queste linee generali, ma ecco la mia preferita: come gli umani, tutti i diavoli hanno personalità diverse. Mentre alcuni demoni si accontentano di far scherzi, altri, in vari modi, sono più malvagi. Una bambola dei Puffi era posseduta da un demone particolarmente cattivo che era anche uno stupratore. Un giorno mise all'angolo una sorella Testimone di Geova in un vicolo buio e iniziò a violentarla. Ricordando la formazione che aveva seguito attraverso La Torre di Guardia [una delle principali pubblicazioni periodiche dei Testimoni di Geova, NdR], urlò più forte che poteva e lottò. Il Puffo fu così sorpreso che fermò il suo attacco e le chiese perché avesse reagito così, quando altre donne si sarebbero semplicemente arrese. La sorella gli diede una testimonianza completa della sua fede. Il Puffo rimase così colpito che iniziò a studiare e oggi serve come anziano in una congregazione del Minnesota. Oh, beh, sto scherzando sull'ultima cosa, ma tutto sommato non siamo poi così distanti...

La storia del Puffo stupratore, se circolò veramente, potrebbe essere basata su un altro racconto, che gira davvero tra i Testimoni di Geova: quello su un criminale che aveva provato a violentare una donna ma che si era poi convertito perché colpito dalla sua forza d’animo e dalla testimonianza di fede resa dalla sua vittima. In altre versioni, si tratta di un ladro che prova a derubare un uomo e si converte di fronte alle sue parole.


Le ragioni di una leggenda


Le leggende metropolitane spesso vivono in contesti precisi e si diffondono fra persone che hanno valori e intendimenti simili. La storia del Puffo indemoniato ha senso in un’ottica in cui la magia - in ogni sua manifestazione o rappresentazione - è vista come il male assoluto, una forma di apostasia che viola il primo comandamento del Cristianesimo (Io sono il Signore, il tuo Dio, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù. Non avere altri dèi oltre a me - Esodo, 20, 2-3, Versione Nuova Riveduta).


Per questo, i Puffi, che all’epoca erano una moda, furono subito demonizzati, e a molti figli di Testimoni di Geova fu impedito di guardarne i cartoni animati o di tenerne pupazzi e figurine. In tempi più recenti, simili forme di proscrizione hanno coinvolto Harry Potter, ma non sembra essersi sviluppata una mitologia altrettanto diffusa e fantasiosa (niente peluche o rappresentazioni del maghetto che prendono vita, per intenderci).


Esiste un unico caso in cui le storie sui Puffi sembrano aver valicato i confini confessionali ed essersi diffusi anche al di fuori del movimento dei Testimoni di Geova. È accaduto in Messico, dove nel 1984 si sviluppò un vero e proprio panico da Puffi assassini. La studiosa Margarita Zires, dell’Università di Colima, ha raccolto alcuni di questi racconti orali in un articolo intitolato “El rumor de los pitufos. Un acceso a las culturas orales en México” (Estudios sobre las Culturas Contemporáneas, vol. IV, n. 12, 1991). Non è però chiaro se queste narrazioni, che sembrano essersi fuse con leggende locali come quella della Llorona, abbiano un legame diretto con le storie circolate tra i Testimoni negli anni Ottanta.


Tra questi ultimi, comunque, i racconti a tinte fosche sui Puffi avevano assunto i contorni di una cautionary tale. Vi contribuì probabilmente un pronunciamento ufficiale della Betel, cioè il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova. Interrogata in merito al “problema Puffi”, l’organo teologico dei testimoni in sostanza rispose che stava ai genitori decidere quali cartoni far vedere ai figli:


Riguardo ai Puffi, ogni individuo e i genitori per i loro figli, dovranno prendere le proprie decisioni sul tipo di fumetti che vedranno o consentiranno di vedere ai propri figli per mezzo della TV o del cinema. È una decisione che lasciamo ai singoli individui. Articoli come la G 8.4.69 p. 27 e G 22.11.83 p. 8 aiutano a determinare quali princìpi sono da prendere in considerazione nel decidere se vedere o meno tali fumetti. Naturalmente lo stesso principio vale per tenere nella propria casa Puffi o pupazzi del genere (SCE:SSH 23.1.87)

Allo stesso tempo, però, la Betel metteva in guardia dalle possibili “cattive influenze” sui bambini, specie quelli più inclini a confondere realtà e fantasia (la risposta completa può essere letta qui):


I nostri pensieri riguardo a questi personaggi immaginari disegnati in forma di pupazzetti e classificati come fumetti li abbiamo espressi su G 22.11.83. A p. 10 viene detto: "Anziché condannare tutti i fumetti non sarebbe più utile incoraggiare il bambino ad allargare le sue vedute? Se qualcuna delle letture di vostro figlio è discutibile, perché non gli spiegate quello che voi pensate di ciò che legge e perché la pensate così? Aiutare un bambino a scegliere le letture è molto più difficile che decidere per lui cosa deve leggere... Se un individuo che ama i racconti fantastici finisse per occuparsi di pratiche occulte, farebbe il gioco di colui che per secoli ha sviato l’umanità, Satana." A p. 11 viene dato questo avvertimento: "Per questo motivo il cristiano evita gli svaghi che rasentano la magia, la stregoneria, lo spiritismo e simili contatti col soprannaturale". Le 19:26, 31; Deu 18:1012.
Come hanno riferito i giornali, questi Puffi farebbero parte di un mondo fantasioso, irreale. Qualcuno li ha classificati come spiritelli, cioè come dice lo Zingarelli, "Nelle mitologie nordiche, ciascuno dei geni o spiriti elementari che abitano i vari regni naturali". La Bibbia non menziona l'esistenza di tali spiritelli. Nella G 8.4.69 si parla di tale argomento ed è detto: "Quelli che vogliono servire Dio e adorarlo con spirito e verità, non saranno ingannati a questo riguardo. Non permetteranno che storie di creature sovrumane influiscano sulle cose che fanno. Riconosceranno che Satana e i suoi demoni usano tali credenze per sviare coloro che non conoscono accuratamente la Parola di Dio". Ritornando all'argomento dei fumetti, i genitori devono assumersi la responsabilità di vedere che effetto fanno sulla mentalità dei loro figli.

La leggenda del Puffo indemoniato, insomma, dava ai genitori confusi una più precisa indicazione di comportamento, mentre in realtà i vertici dei Testimoni di Geova suggerivano, più semplicemente, di valutare caso per caso l’influenza del cartone animato sui figli (anche se ne adombravano comunque una pericolosità). I pupazzetti avrebbero potuto prender vita da soli, morderli e renderli vittime di un’infestazione demoniaca. Una parabola sovente vale più di qualsiasi comandamento morale: non per nulla sembra si sia diffusa un po’ in tutto il mondo tra le diverse congregazioni, probabilmente ben al di là degli stessi ammonimenti dei vertici della comunità.


Noi Puffi siam così: un po’ spiritelli, un po' satanici, un po’ leggendari.


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Melissa Prinz
Melissa Prinz
Dec 09

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